Marco e Costanza
Alexander
Raffaele
Gerard
Pierre et Marie Laure
Cena d’addio al Gite con Pierre e Marie Laure Lauverjat, ho preparato un ragù con i piselli, una bottiglia di buon vino rosso, mezzo chilo di pasta in tre, formaggi, frutta e dessert.
Alle 22,30 sicuramente russavo, infatti al mattino mi sono svegliato alle cinque e mezza, un saluto ancora a questi amici di poche ore e via verso la prossima tappa
13 agosto
Lascio Ceillac alle 06,43, il sole comincia ad illuminare le cime delle montagne, fa freddo ma resisto a non mettere la giacca perché so che tra poco mi farò caldo, salgo da 1600 a 2600 in circa due ore osservato dai cani pastore che proteggono un enorme gregge di pecore, marmotte ovunque, sono solo e salgo velocemente al lago di S.te Anne, faccio alcune foto e raggiungo il Col Girardin, 2630 m., una piccola sosta per guardare lo scenario delle montagne ancora innevate e giù per un sentiero molto ripido che mette in ansia il mio ginocchio destro: devo stare attento e caricare sulla gamba sinistra, sento come se ci fosse un piccolo strappo, arrivo a destinazione alle 11,55, al Refuge Maljasset, qui trovo una famiglia che gentilmente mi offre una birra, hanno un bambino straordinario, Raffaele, gli insegno il gioco di prestigio dei 2 euro che spariscono, ne è entusiasta.
Metto tutto sotto carica e vado a giocare con un boxer che somiglia al mio Zac.
Domani entro in Italia, a Chiappera, attraverso il vallone di Mary, il colle Maurin ed infine la valle del Maurin, non conosco questo paese ma sento di amarlo perché non è come gli altri paesi italiani che ho attraversato, ora sono veramente in Italia e ci resto!
Gerard, il gestore del rifugio mi racconta che è da poco mancata sua moglie in un incidente stradale, ecco, sono tornato nella civiltà con tutti i danni che produce, sicuramente anche le montagne a causa dell’imprudenza o del caso provocano dolore, ma qui siamo circondati dal naturale ciclo della vita, una vita rallentata, una vita che ci da il tempo di poter assorbire lentamente ciò che ci avvolge.
Io credo che le città lentamente dovrebbero spopolarsi, le persone dovrebbero riprendere il posto che anticamente avevano nelle campagne, nelle valli, nelle montagne.
Siamo troppo abituati a quelle comodità che ci tolgono il sapore della vera vita, un sapore che io ho sentito solo fra le montagne, fra la gente semplice e schietta.
Qui in questo rifugio, con Gerard, sto bene, peccato che domani devo andarmene, ma la mia è una storia che ha ancora molte pagine da scrivere, fino a Ferrania, il 31 agosto.
Miracolo!!! Dopo due mesi finalmente ho incontrato due ragazze ITALIANE: Silvia e Federica, sono della Val Pelice e della val Po, vanno verso i laghi.
Altro arrivo, Alexander, un ragazzo tedesco, è partito da Munich e va a Montecarlo ma segue un altro itinerario, cammineremo insieme domani e per metà percorso di dopodomani.
14 agosto
Colazione alle 07,00 e subito con Alex abbiamo preso a salire sorpassando tutti, questa tappa la Via Alpina la considera effettuabile in circa 5 ore, considerando le numerose soste con gli italiani che ho incontrato io ed Alex l’abbiamo completata in 4 ore! Va forte il ragazzo.
Appena superato il colle un bell’incontro: Costanza e Marco, di Roma, Marco è di origini messicane, Costanza appena mi sente parlare di ADMO mi informa che è iscritta e aspetta di poter essere utile, Marco andrà in un centro ADMO perché anche lui vuole rendersi utile alla causa…. bene, benissimo, non potevo fare miglior ingresso nella mia amata patria.
“Bell’Italia, amate sponde, or vi torno a riveder….”
Arriviamo a Chiappera, anzi arriviamo al “Campo Base”,
un campeggio-rifugio molto ben organizzato ed utile ai Vialpinisti, devo segnalarlo a Grenoble, come quelli di Freissinieres, Ceillac e Maljasset.
Domani Chialvetta e direttamente a Pontebernardo, si, arriverò un giorno prima, ma che ci posso fare? Vado forte ed ho voglia di chiudere questa avventura, ho voglia di casa mia.
15 agosto
Sveglia alle 5,30, come al solito chi va a letto presto si sveglia all’alba, colazione e alle 7,38 con Alex abbiamo preso il sentiero, dopo circa un chilometro le nostre strade si sono divise, un caloroso abbraccio sicuri di risentirci almeno sul web.
Non mi dispiace camminare da solo, riesco a gestirmi meglio, tranquillamente, senza forzare.
Superato il Colle Ciarbonet ho preso a scendere verso Chialvetta, una fame da lupi mi spingeva verso il paese ma un paio di barrette mi hanno rimesso a posto ed ho evitato il paese salendo verso il vallone dell’Unerzio, spettacolare, aggirata la rocca Limburby sono arrivato al passo, sotto di me il rifugio Gardetta mi ha catturato, una polenta con salciccia, una fetta di torta, una birra ed un caffè mi hanno riportato al giusto equilibrio.
Ho montato la tenda fuori il rifugio ed ora scrivo questo riassunto delle giornate trascorse.
Forse stasera riuscirò a trasmettere sul blog questi scritti e qualche foto, altrimenti se ne parlerà domani a Pontebernardo.
Non mi dispiace rimanere a dormire qui a 2340 metri, l’aria è purissima e credo che gran parte della gente scenderà a valle, il silenzio è il rumore delle montagne ed io amo questo tipo di rumore.
16 Agosto
Insieme a due tedeschi che mi ritrovo sempre da almeno tre giorni abbiamo lasciato il rifugio alle 8, con il cielo appena velato, siamo saliti fino oltre i 2600 metri e siamo scesi fra laghetti e fortificazioni di retroguardia fino a Pontebernardo, è stata una tappa breve, poco oltre le tre ore.
Sono ora al Rifugio GTA, posto tappa “Le Barricate” mentre i due tedeschi decidono se fermarsi o no io vado a Pietraporzio a cercare qualcosa da mangiare, mi piacerebbe farmi gli spaghetti stasera.
Intanto aspetto la telefonata di Filippo e degli amici dell’Università.
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