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Refuge Peclet-Polset

Apple pour communiquer
Modane
una famiglia di stambecchi
Bomba esplosa
Mont Chaviere 2830
Neve caduta stamattina
Manfred et Claude


Il rifugio a quota 2400 e rotti
Claude et Helle
Partenza da Pralognan la Vanoise


1 agosto

Ho lasciato il camping Isertan, colazione insieme agli amici rumeni, scambio di indirizzi e poi ognuno per la sua strada, subito uscito dal paese la valle ha cominciato ad aprirsi, fra catene di montagne stupende, la salita è stata dolce, la quota saliva molto lentamente e, arrivato ad un bivio, ho visto davanti a me una coppia con zaini molto pesanti, ho capito che si trattava di gente da “long distance”.
Claude Marthaler, svizzero, ha girato il mondo in mountain bike, ha scritto un libro, “Il Canto delle ruote”,
www.yaksite.org, insieme a lui una ragazza danese, Helle Gronbaek, abbiamo camminato insieme fino al rifugio Peclet-Polset 2746 metri, io mi sono fermato, loro hanno continuato verso il Col de Chaviere.
Ho fatto di tutto per allungare il cammino e sono di nuovo avanti di un giorno, o sono io che sono troppo forte oppure le indicazioni dei tempi di percorrenza sono sbagliate, dovrò domani arrivato a Modare inventarmi un altro itinerario, magari un anello, potrebbe essere Modane- Col du Garbier - Modane….
Bellissima la Vanoise, bei panorami, ghiacciai ovunque, rifugi, marmotte, gente, tantissima gente, bonjour, bonjour, bonjour.

2 agosto

Pioggia, freddo, nevischio, neve…. Tutti fermi al rifugio a sperare che il cielo si apra ed è così verso mezzogiorno e mezzo, riparto e trovo Claude e Helle che erano accampati vicino ad un laghetto, sono infreddoliti e bagnati, io continuo a salire, arrivo in cima al monte Chaviere 2830 e sono esaltato, sono nel punto più alto mai raggiunto, scatto delle foto e vedo Claude e compagna che salgono, li aspetto e scendiamo verso Modane fra marmotte che non scappano via ma si lasciano fotografare e così anche uno splendido branco di stambecchi sdraiati al sole.
La discesa verso Modane di oltre 1500 metri di dislivello fra pietraie e sentieri ripidi mette a durissima prova le ginocchia e le caviglie ma grazie al cielo arriviamo a destinazione, ci precipitiamo in un bar, mangiamo una crepe e poi di corsa al campeggio a montare la tenda bagnata sperando che stanotte non piova e così posso riavvolgerla asciutta.
Niente doccia, niente se non un bel letto fatto di tanto fieno che ho messo sotto la tenda per avere un giaciglio più confortevole…. Lo stuoino? Si, ci mancava che portavo anche quello!!!

1 commento:

Marco Parlanti "Penna Gialla" ha detto...

Con tutto quello che ti porti dietro stai a sottilizzare su uno stuoino?
Dai...